Tesi: "La manipolazione delle cervicali alte (OAA) può influenzare la postura? Uno studio pilota"


ABSTRACT

 

Introduzione: Il termine postura indica la posizione del corpo nello spazio. È l’interazione con l’ambiente circostante e ha lo scopo di mantenere il corpo in equilibrio durante i movimenti dinamici e durante la stasi. Diversi fattori contribuiscono alla postura, fattori neurofisiologici, biomeccanici e psicoemotivi, tutti legati all'evoluzione della specie. Stili di vita della società moderna possono influire in maniera importante su problematiche muscolo-scheletriche a livello di rachide cervicale (ricco di fusi neuromuscolari) e cingolo scapolare, disturbi che possono influenzare postura ed equilibrio. Il presente studi intendeva verificare se un’unica tecnica osteopatica a livello delle cervicali alte potesse influire sulla postura.

 

Materiali e metodi: Sono stati reclutati 27 pazienti (18-35 anni) di sesso maschile in buona salute. Tutti i pazienti hanno sottoscritto un consenso informato e sono stati istruiti sullo svolgimento dello studio. Dopo anamnesi e test di sicurezza sono stati raccolti i dati antropometrici. In una prima fase, tramite pedana sono stati raccolti i dati in statica sulla distribuzione tra gamba destra e sinistra, successivamente due test di stabilometria ad occhi aperti (OA) ed occhi chiusi (OC). È stata eseguita una tecnica manipolativa HVLA a livello delle cervicali alte, tecnica bilaterale aspecifica (OAA) secondo la scuola EOM, dopodiché sono stati raccolti nuovamente i dati sulla pedana.

 

Risultati: Tutti i parametri valutati; distribuzione del carico, lunghezza del gomitolo (OA), lunghezza del gomitolo (OC), area dell’ellisse (OA) e area dell’ellisse (OC) hanno avuto dei miglioramenti statisticamente significativi dopo l’esecuzione della manipolazione cervicale alta.

 

Conclusione: Una singola manipolazione HVLA al rachide cervicale superiore migliora la distribuzione del carico e, allo stesso tempo, produce un miglioramento nel controllo posturale in piedi ad occhi aperti ed occhi chiusi. Il numero ridotto di partecipanti e la mancanza di un gruppo di controllo tuttavia limitano lo studio. Sarebbe auspicabile in un prossimo futuro approfondire il lavoro qui iniziato.

 

Parole chiave: Manipolazione cervicale, Rachide cervicale, Cervicali alte, Postura, Equilibrio

 

 

 

 

 

1. INTRODUZIONE

 

1.1 La postura

Con il termine “postura” ci si riferisce alla posizione del corpo umano e al suo orientamento nello spazio. La postura comporta l'attivazione muscolare che, controllata dal sistema nervoso centrale (SNC), porta ad aggiustamenti posturali [1]. Gli aggiustamenti posturali sono il risultato di un complesso sistema di meccanismi controllati da input multisensoriali (visivi, vestibolari e somatosensoriali) integrati nel SNC [2]. Attraverso meccanismi di feed-back e feed-forward, gli aggiustamenti posturali giocano un ruolo fondamentale nel controllo posturale ortostatico e dinamico, influenzando la capacità di svolgere le attività della vita quotidiana. Come con i riflessi, gli aggiustamenti posturali migliorano attraverso l'esercizio e l'apprendimento [1]. Questi aggiustamenti sono evocati da diversi tipi di input afferenti: esterocettivi (sensibilità cutanea dei piedi), propriocettivi (specialmente dalle articolazioni cervicale, dell'anca, della caviglia e del ginocchio), vestibolari (utricolo, sacculo, canali semicircolari) e visivo (movimento dell'ambiente circostante). Questi input afferenti possono essere modulati da molti fattori, come lo stato d'animo e l'ansia [2].

La postura è una posizione automatica e inconscia [3, 4] e rappresenta la reazione del corpo alla forza di gravità. Si mantiene attraverso la contrazione di muscoli scheletrici, coordinati da una serie di stimoli di varia natura e attraverso la regolazione continua di tipo neuromuscolare [5]. Possiamo quindi definire la postura come qualsiasi posizione che determina il mantenimento dell'equilibrio con massima stabilità, minimo consumo energetico e minimo stress delle strutture anatomiche [5, 6].

I concetti chiave della postura possono essere riassunti come segue:

     − Concetto di spazialità: posizione assunta dal corpo nelle tre dimensioni dello spazio e la relazione tra i vari segmenti scheletrici;

     − Concetto di antigravità: la gravità è la forza esterna fondamentale per la regolazione della postura e l'equilibrio posturale è una risposta alla gravità;

     − Concetto di equilibrio: rapporto tra il soggetto e l’ambiente [7].

È noto che la postura è un insieme di interazioni tra sistema muscolo-scheletrico con vie afferenti ed efferenti del sistema nervoso centrale ed il cui ruolo principale è quello di mantenere il proprio corpo in uno stato di equilibrio muscolo-scheletrico. Nell'uomo tre curve fisiologiche bilanciano la colonna vertebrale: la lordosi cervicale e lombare convesse in avanti e la cifosi dorsale concava in avanti. Queste curve si formano e si stabilizzano intorno ai 5-6 anni, dopo la maturazione propriocettiva del piede. Le tre curve mantengono l'equilibrio e forniscono supporto e resistenza alle pressioni longitudinali. Lo sviluppo completo della funzione posturale avviene intorno agli 11 anni, per poi rimanere stabile fino a circa 65 anni [5].

Ogni individuo adotta la postura più appropriata in relazione all'ambiente e agli obiettivi di mobilità. Lo scopo finale della postura è quindi il mantenimento dell'equilibrio in condizioni sia statiche che dinamiche [8]. L'equilibrio è dovuto all'interazione tra diverse strutture anatomiche principali e secondarie. Le strutture principali sono organi vestibolari, cervelletto, corteccia cerebrale e formazione reticolare mentre le secondarie sono esterocettori (tattili e pressori) situati sotto piede, recettori visivi e propriocettori situati in tendini, capsule articolari e muscoli [5,9].

 

1.2 Evoluzione e Postura

Ippocrate (460-370 a.C.), il più importante medico dell'antichità, riconosciuto come il fondatore della medicina scientifica [10] è stato il primo a descrivere le curvature della colonna vertebrale del corpo umano. L’organizzazione della colonna vertebrale in curvature successive sul piano sagittale è fondamentale per mantenere l'erezione, posizione bipede totalmente verticale. Questa è una specificità dell’essere umano. Tutti i primati sono in grado di spostarsi in modo bipede ma, l'homo sapiens, è l'unico in grado di mantenere tale posizione per lunghe distanze ed a lungo nel tempo in modo stabile [11,12]. Questo perché l’uomo è l’unico vertebrato ad avere una curvatura lombare lordotica [13].

L'acquisizione della postura eretta, è stata possibile grazie all’estensione di tronco, anche e ginocchia, in modo da consentire la locomozione bipede. Tutto questo ha indotto lentamente l’evoluzione della mano e del cervello; e che, consecutivamente, ha dato origine alla coscienza, alla cultura e alla società [14]. Gli esseri umani stanno in piedi e si muovono attraverso un mondo soggetto alle leggi di gravità [14]. Il bipedismo umano è l'unica posizione della specie, ed è stabile ed ergonomico [15], esso offre una serie di vantaggi, ma comporta una serie di vincoli che devono essere gestiti dal sistema muscolo-scheletrico. Gli arti inferiori diventano l'unico punto di contatto con il terreno. Si è così passati da una posizione altamente stabile come quella quadrupedica ad una posizione bipede instabile [15]. La posizione dell'uomo, completamente verticale, deve comunque garantire l’orizzontalità dello sguardo, in cui è essenziale il posizionamento e l’efficacia dei canali semicircolari e quindi di un buon equilibrio [16].

 

1.3 SNC e Postura

L'efficacia del sistema di controllo posturale dipende dalla disponibilità ed affidabilità delle informazioni del sistema vestibolare e somatosensoriale. La postura può essere considerata come il risultato di un gran numero di riflessi integrati dei motori di senso, a diversi livelli del sistema nervoso centrale, con una regolazione automatica ed estremamente precisa [5, 9]. Questo sistema è meglio conosciuto come Tonic Postural System, composto da un sistema afferente (percorsi sensoriali) che trasmette informazioni ad un “computer” centrale (Central Nervous System - SNC) che è in ultima analisi responsabile per il controllo posturale grazie ad un percorso efferente [8, 17]. Per semplificare il meccanismo di base che regola la postura, potremmo riferirla ad un semplice arco riflesso [9, 18] anche se, a differenza di quanto accade con i riflessi, i movimenti posturali sono continuamente influenzati e migliorati con l'apprendimento e con l'esercizio [19]. Le informazioni provenienti dall'ambiente vengono ricevuti dai sistemi sensoriali, come quello visivo (dalla retina), della pelle (a causa dei recettori situato sotto i piedi), dal sistema vestibolare, gli organi tendinei del Golgi ed i fusi muscolari [3, 19, 20]. Questi stimoli vengono trasmessi ai centri superiori, che includono il cervello, il cervelletto e midollo allungato, attraverso interneuroni e neuroni motori nel midollo spinale. Le informazioni, una volta al sistema nervoso centrale vengono elaborate e registrate a formare l'immagine corporea (conoscenza del proprio corpo in una situazione statica e dinamica). Dopodiché vengono trasmesse ai muscoli, dove la contrazione provoca lo spostamento delle leve scheletriche ed una conseguente stabilizzazione della postura [3, 5, 9]. Le informazioni di input sono fornite dal sistema somatosensoriale, che include esterocettori, recettori propriocettivi e vestibolari, e sistemi visivi [7].

 

1.4 Adattamenti e Postura

Un elemento chiave è da ricercare nell’adattamento evolutivo ai nuovi ambienti lavorativi e ricreativi per i quali la specie umana sviluppa specifici adattamenti fenotipici. Lavori che richiedono di stare seduti ad una scrivania per lunghe ore, come il lavoro d’ufficio, hanno influenza negativa su collo e muscoli delle spalle. Sebbene tali adattamenti possano sembrano funzionali, gli sforzi continui per far fronte al progresso evolutivo possono dare origine a problematiche [21].

Gli stili di vita sedentari sono un segno distintivo della società moderna, interessando una parte significativa della popolazione [22]. Con l'informatizzazione del posto di lavoro, la modernizzazione dei trasporti ed i progressi nella tecnologia domestica [23], la posizione seduta prolungata è progressivamente diventata la norma. È stato visto che le persone siedono più di 8 ore al giorno [24]. Questo sviluppo non è solo dannoso per i livelli crescenti di obesità, diabete e malattie cardiovascolari [25], ma anche per la salute ed il benessere muscoloscheletrico, con recenti ricerche che hanno trovato un'associazione tra la posizione seduta prolungata (> 8 ore al giorno) e aumento del dolore al collo, alle spalle [26,27] ed in regione lombare [28]. È quindi ragionevole supporre che i comportamenti sedentari possano indurre cambiamenti muscoloscheletrici all'interno della colonna vertebrale [29].

Anche gli smartphone hanno un ruolo sempre più importante nella vita di tutti i giorni e vengono utilizzati per la comunicazione, navigazione in Internet e giochi. Nell’ultima decade, il tasso di ore di utilizzo dello smartphone è aumentata [30, 31]. Di conseguenza, questa forte dipendenza, può contribuire a lesioni muscolo-scheletriche negli utenti. Questo perché la posizione tipica quando si utilizza lo smartphone (o altri dispositivi palmari touchscreen) implica una postura goffa con un’accentuata flessione del collo che viene spesso mantenuto per lunghi periodi [32, 34] dimostrando di essere uno dei principali fattori che contribuiscono all'incidenza dei sintomi muscoloscheletrici [33, 34].

 

1.5 Posturologia

La disciplina che si occupa dello studio clinico della postura è la posturologia [17]. Negli ultimi anni il termine “posturologia” è sempre più utilizzato nella medicina per descrivere la disciplina che studia le relazioni tra i vari tipi di postura del corpo e disordini funzionali. in particolare le malattie dolorose croniche come il mal di testa, lesioni da colpo di frusta, fibromialgia [39]. La posturologia è importante per riconoscere l'anatomia e le relazioni funzionali tra alcuni atteggiamenti posturali e condizioni patologiche altrimenti difficili da riconoscere [6]. La posturologia è il modo per studiare la postura da diversi punti di vista tra cui:

- Modello neurofisiologico, basato sullo studio del tono posturale e delle funzioni di equilibrio [7];

- Modello biomeccanico, che analizza la relazione tra atteggiamenti corporei e gravità e che studia l'organizzazione delle catene cinetiche e statiche in relazione a meccanismi complessi antigravitari e riflessi spinali e vestibolari [7];

- Modello psicosomatico [8].

Lo scheletro umano in posizione eretta è considerato simile un "pendolo inverso", con l'inizio della catena dell'equilibrio al poligono di appoggio (entrambi i piedi), procedendo verso lo scheletro degli arti inferiori (caviglie, ginocchia, articolazioni dell'anca, bacino), i segmenti spinali, e infine alla vertebra cefalica che funziona come un pendolo per ottenere la visione orizzontale e mantenere l’equilibrio [40].

Gli input propriocettivi dalla muscolatura cervicale svolgono un ruolo importante nella coordinazione testa-occhio e nei processi posturali. I muscoli cervicali profondi negli esseri umani hanno dimostrato di avere un alto contenuto di fusi neuromuscolari [41].

Per quanto riguarda la posturologia la principale tecnica diagnostica utilizzata è la stabilometria, un'apparecchiatura utilizzata per la valutazione dei disturbi dell'equilibrio, basata sulla traduzione di oscillazioni meccaniche, del centro di gravità fisiologico, in segnali elettrici che sono amplificati, registrati e analizzati [7].

 

1.6 Cervicale e Postura

Il dolore al collo può essere definito come “una spiacevole esperienza sensoriale ed emotiva associata a danno tissutale effettivo, o potenziale, nella regione del collo” [35]. È un problema piuttosto comune, ed è stimato che il 67% della popolazione ne soffrirà nell’arco della propria vita [36]. Le problematiche cervicali si riferiscono anche ad alterazioni della cinestesia e del sistema propriocettivo, come un disturbo posturale della stabilità e deficit del senso della posizione articolare [37, 38].

Secondo una revisione sistematica il dolore al collo aspecifico e il disturbo associato al colpo di frusta mostrano un'instabilità posturale maggiore del centro di pressione [42]. È stato anche dimostrato che il dolore muscolare al collo altera significativamente l'equilibrio in piedi, suggerendo la necessità di una funzione neuromuscolare del collo intatta per il mantenimento di una postura eretta [43]. I pazienti con dolore cervicale meccanico hanno una restrizione della mobilità rotazionale di C1-C2 [44] e sappiamo che la rotazione cervicale influisce sul controllo posturale in piedi [45]. La regione cervicale ha un’altissima densità di importanti propriocettori cinestetici (fusi neuromuscolari), in particolare nella regione suboccipitale [46]. Quindi è facilmente ipotizzabile la correlazione tra regione la cervicale alta (C0-C1-C2) con postura ed equilibrio [41].

Alcuni studi hanno dimostrato i benefici della terapia manuale, osservando che è possibile utilizzarla per migliorare la sensibilità cinestetica e la propriocezione [47].

 

1.7 Terapia Manuale e Postura

La "Terapia manipolativa spinale ad alta velocità, bassa ampiezza" (SMT-HVLA) è una tecnica di trattamento applicata alla colonna vertebrale che viene abitualmente utilizzata per migliorare la mobilità della colonna vertebrale. E’ una tecnica utilizzata da secoli da operatori sanitari tra cui Osteopati, Chiropratici e Fisioterapisti per alleviare i sintomi di pazienti con dolore lombare/cervicale acuto e cronico e/o per migliorare la mobilità della colonna vertebrale [48].

È stato teorizzato che la manipolazione spinale possa agire anche sulla soglia d’eccitazione dei meccanocettori [49], fondamentali per mantenere l'equilibrio e la postura [50]. Tuttavia, in una revisione sistematica incentrata sugli effetti della terapia manuale, gli autori hanno dimostrato che c'è poca ricerca nel supportare l'uso della terapia manuale per il miglioramento della stabilità posturale [50].

Quindi, l'obiettivo del presente studio è quello di valutare gli effetti immediati, sull’equilibrio e distribuzione del carico, di una manipolazione ad alta velocità e bassa ampiezza (HVLA) del tratto cervicale alto (C0-C1-C2).

 

 

2. MATERIALI E METODI

 

2.1 Disegno

Studio quasi sperimentale pilota.

 

2.2 Partecipanti

Sono stati selezionati soggetti di genere maschile in buono stato di salute, reclutati da 2 squadre di calcio dilettantistico. Per partecipare l’età doveva essere superiore ai 18 anni e non dovevano essere presenti controindicazioni alla manipolazione cervicale.

Erano escluse persone con patologie vascolari, reumatiche, o malformazioni congenite della testa o del rachide cervicale; alterazioni che influiscono sull'equilibrio o sul controllo posturale (es. vertigini, insufficienza vertebro-basilare o positività al test di Klein); antecedenti traumatici alla testa o alla colonna vertebrale (ad es. fratture, distorsioni, colpo di frusta); dolore in regioni diverse dal collo e capo durante le valutazioni; trattamento farmacologico (ad es. miorilassante, analgesico, antinfiammatorio). Inoltre, sono stati esclusi tutti quei pazienti che presentavano patologie cronico-degenerative, disturbi neurologici, neoplasie, infezioni o presentavano dolore di tipo radicolare agli arti superiori.

Tutti i soggetti, oltre al consenso informato, hanno firmato una autocertificazione nella quale dichiaravano di non essere risultati positivi al Covid-19 e tantomeno di essere stati a contatto con persone a rischio positività negli ultimi 30 giorni.

I trattamenti sono stati effettuati da un fisioterapista ed osteopata C.O. presso il proprio studio professionale sito nella città di Novara.

Lo strumento di valutazione utilizzato è stata la pedana stabilometrica (FreeStep Maxi) certificata CE; con 3000 sensori resistivi, calibrazione automatica 10bit e frequenza di acquisizione fino a 250 Hz real time.

Protocollo di trattamento

Dopo un’accurata anamnesi è stata effettuata una raccolta dei dati antropometrici (genere, altezza, peso, BMI e numero di calzatura) ed effettuati dei test di sicurezza per verificare che non ci fossero controindicazioni alla tecnica manipolativa cervicale. Il primo test, lo Spurling test, consiste nel posizionare il paziente seduto sul lettino con rachide cervicale in posizione neutra, terapista alle spalle del paziente con il proprio petto a contatto della schiena del paziente in modo da stabilizzarlo. Il terapista, con le 2 mani incrociate sul vertex del cranio del paziente, imprime una forza compressiva sagittale in direzione del suolo, mettendo in compressione il tratto cervicale. Nel caso in cui il paziente avvertisse dolore in sede cervicale o irradiazione del dolore verso uno dei due arti superiori o verso la schiena, il test viene considerato positivo e di conseguenza il paziente non é idoneo alla manipolazione.

In caso di negatività allo Spurling test il paziente veniva fatto posizionare supino con capo e scapole fuori dal lettino in modo da effettuare il test di Klein. Per effettuare questo test il terapista induce una estensione e rotazione del capo per 15-20 sec. Il test viene effettuato da entrambi i lati. Nel caso di insufficienza di una delle due arterie vertebrali si manifesterebbero disturbi, come nistagmo e nausea che non consentirebbero al paziente di essere sottoposto al trattamento.

Nel caso in cui entrambi i test fossero negativi il paziente risultava idoneo a partecipare allo studio.

 Il protocollo di trattamento consisteva in 3 fasi;

 

   1. Nella prima fase il paziente veniva fatto posizionare al centro di una

       pedana, nella posizione più comoda e naturale possibile, per poter

       raccogliere i dati. Tramite l’utilizzo della pedana viene fatta una prima

       rilevazione “statica” per determinare i punti di maggior pressione e la

       distribuzione del carico tra arto inferiore destro e sinistro.

       Successivamente vengono effettuate 2 rilevazioni “dinamiche”, di 51,2

       secondi l’una, la prima ad occhi aperti (OA) e la seconda ad occhi chiusi

       (OC) per valutare lo spostamento del baricentro e l’area di spostamento di

       quest’ultimo.

 

   2. Effettuata la rilevazione il paziente viene fatto posizionare supino sul

       lettino per la manipolazione. La tecnica scelta è la OAA, una tecnica

       aspecifica per le cervicali alte che viene eseguita bilateralmente. La tecnica

       viene eseguita una sola volta per lato anche nel caso in cui non si

       avvertisse la cavitazione.

 

   3. Effettuata la manipolazione il paziente è fatto riposizionare il ortostasi e

       fatto deambulare per qualche metro, successivamente gli verrà chiesto di

       riposizionarsi sulla pedana stabilometrica per la rivalutazione,

       esattamente come nella prima fase.

 

Con questo studio si vogliono vedere gli effetti sull’equilibrio e la distribuzione del carico dopo una tecnica HVLA sul tratto cervicale alto.

 

 

RISULTATI

 

Sono stati coinvolti 27 soggetti le cui caratteristiche alla baseline sono descritte nella Tabella 1

Il primo parametro valutato è stato la distribuzione tra piede destro e sinistro in statica, più il valore tende a “0” più il carico è distribuito uniformemente tra arto inferiore destro e sinistro. La Tabella 2 mostra una differenza significativa (P<0.05) prima e dopo la manipolazione, passando da -8.00 a 0.00. Inoltre, nel Grafico 1, è possibile vedere la rappresentazione pre- e post-trattamento dei singoli soggetti.

Differenze significative sono state registrate anche per i valori raccolti in dinamica, sia ad occhi aperti (OA) sia ad occhi chiusi (OC).

La superficie dell’ellisse, cioè l’area disegnata dal massimo spostamento del baricentro durante i 51,2” di rilevazione dati passava da un valore 75.78 pre-trattamento a 44.52 post-trattamento ad occhi aperti (OA), e da 76.81 a 42.16 ad occhi chiusi (OC), dimostrando una variazione significativa (p<0.05) rappresentata nella Tabella 3. Inoltre, nel Grafico 2-3, è possibile vedere la rappresentazione pre- e post-trattamento dei singoli soggetti.

La lunghezza del gomitolo (mm), cioè lo spostamento complessivo del baricentro durante i 51,2” di rilevazione dati passa da un valore 380.18 pre-trattamento a 319.74 post-trattamento ad occhi aperti (OA), e da 354.81 a 295.00 ad occhi chiusi (OC), dimostrando una variazione significativa (p<0.05) rappresentata nella Tabella 3. Inoltre, nel Grafico 4-5, è possibile vedere la rappresentazione pre- e post-trattamento dei singoli soggetti.

 

 

4. DISCUSSIONE

 

Come Coutler et al. ha mostrato in una recente revisione [51], è generalmente difficile confrontare i trattamenti di terapia manuale (manipolazione e mobilizzazione) ed i suoi effetti dovrebbero essere considerati con cautela se utilizzati come unica tecnica. Tuttavia, gli studi che nel protocollo prevedevano più tecniche utilizzavano piccoli campioni oltre a valutazioni e variabili eterogenei. A causa di ciò è difficile confrontare i risultati di ogni studio.

Gli effetti della terapia manuale e, in particolare, delle manipolazioni HVLA spinali su diversi disturbi muscoloscheletrici sono stati studiati e verificati. L'effetto delle manipolazioni toraciche [52] o delle manipolazioni delle cervicali medie sul dolore cervicale [53] sono noti e anche l'effetto benefico dell'HVLA sulle cervicali superiori ha dato riscontri positivi sul movimento, dolore e disabilità, sia come singola tecnica sia associata ad altre manipolazioni [54], specialmente in pazienti con cefalea cervicogenica, dolore cervicale, e disturbi temporomandibolari [55]. Tuttavia, per quanto ne sappiamo, non ci sono ancora molte prove sugli effetti che la manipolazione cervicale superiore può avere sulla stabilità posturale. Pertanto, considerando l’importanza dell’articolazione occipito-atlantoidea e atlanto-epistrofea, dei movimenti di questo tratto vertebrale, specialmente quello in rotazione e la presenza di un elevato numero di recettori posturali nei muscoli suboccipitali possiamo ipotizzare che le cervicali alte possano influire sul controllo posturale in piedi [45], il tutto giustificherebbe l’approccio terapeutico alle disfunzioni della rotazione cervicale superiore con una manipolazione HVLA nei soggetti che presentano un'alterazione del controllo posturale [42,56].

Questo studio aveva lo scopo di dimostrare il possibile effetto di una manipolazione a livello cervicale superiore (C0-C1-C2) sul controllo posturale in piedi in soggetti che non presentano patologie.

I risultati del nostro studio dimostrano miglioramenti significativi sulla distribuzione del carico nella valutazione statica, così come miglioramenti significativi sono stati riscontrati nei parametri stabilometrici per valutare il controllo posturale sia ad occhi aperti sia ad occhi chiusi, in accordo con un altro studio [57]. Nel nostro caso abbiamo lasciato libertà al paziente di posizionarsi con la base d’appoggio più comoda e confortevole questo perché lo sforzo nel controllo posturale è ridotto al minimo pur mantenendo un equilibrio accettabile come verificato da Ji-Won Kim et al., questa strategia di selezione della posizione può ridurre l'affaticamento neuromuscolare per far fronte a qualsiasi disturbo imprevisto [58].

Sono molti i fattori che determinano le misurazioni della stabilità in piedi (numero di registrazioni di prova, durata, condizioni visive, posizione dei piedi, condizioni della superficie e parametri misurata), e sarebbe consigliabile standardizzarli per facilitare la comparabilità dei risultati e riproducibilità delle procedure in studi futuri [59]. Sappiamo che i pazienti con dolore al collo cronico hanno una compromissione del controllo posturale rispetto ai controlli sani [56]. la valutazione e il trattamento della stabilità posturale è importante e, con i nostri risultati, siamo d'accordo a considerare l'importanza clinica della valutazione e dell'intervento sul miglioramento del controllo posturale in piedi. Alcuni studi, tuttavia, non hanno osservato cambiamenti nel sistema propriocettivo con diverse tecniche di intervento sul rachide cervicale in caso di cervicalgia aspecifica o vertigini cervicogeniche [60,61,62].

 

 

5. CONCLUSIONE

 

Secondo questo studio una singola manipolazione HVLA al rachide cervicale superiore (C0-C1-C2) migliora la distribuzione del carico e, allo stesso tempo, produce un miglioramento nel controllo posturale in piedi ad occhi aperti ed occhi chiusi, misurato dalle variabili di spostamento del baricentro. Di conseguenza è ipotizzabile una diminuzione dello sforzo nel mantenere la posizione eretta.

Il nostro studio non è certo esente da limiti. In particolare sarebbe opportuno ripetere lo studio utilizzando un maggior numero di partecipanti ed inserire un gruppo di controllo, anche solo “sham”, in modo da poter effettuare un controllo statistico. Inoltre, Le HVLA sono tecniche minimamente invasive e comportano un basso rischio se utilizzate da personale sanitario qualificato dopo un’attenta anamnesi e l’esclusione di possibili red flags.

 

 

 

 

 

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